Le notizie biografiche su Tomás Luis de Victoria (1540 ca – 1611), compositore spagnolo nato ad Ávila, sono piuttosto scarse, a partire dalla data di nascita che molti autori posticipano al 1548. Nel 1565 si trasferì a ed entrò a far parte del Collegio Germanico fondato da Sant’Ignazio di Loyola. Studiò nel seminario romano e ricevette gli ordini religiosi nel 1575. Nel 1587 si trasferì di nuovo in Spagna, dove fu Maestro di cappella a Siviglia e a Saragozza. Per una strana coincidenza, nonostante i successi riportati, ebbe più difficoltà a far pubblicare le proprie opere in Spagna che a Roma.

E’ un musicista che va inserito nell’ambito culturale della Scuola romana. La sua musica è caratterizzata da procedimenti armonico-contrappuntistici che creano contrasti di grande effetto e profondità ed è stata più volte paragonata alla pittura di El Greco, che appunto riluce di grandi bagliori, forti contrapposizioni fra zone di luce e di ombra con intenti marcatamente drammatici. La sua religiosità, così fortemente delineata è da ascriversi al clima romano della Controriforma.

Il materiale tematico iniziale dell’Ave Maria è desunto dall’omonima antifona gregoriana che viene eseguita nei riti in onore della Beata Maria Vergine. Il Mottetto comincia con la sola parte del Cantus, scoperta, senza altre voci che la contrappuntino sulle parole “Ave Maria” e sulle note iniziali dell’antifona gregoriana e continua ancora per un breve tratto, contrappuntato da altre voci che si aggiungono (la seconda e la terza entrano insieme, per ultima entra il basso) ancora sulle note della melodia gregoriana. [N.B.: per comodità di lettura il testo di de Victoria viene riportato in una trascrizione moderna]

Ave Maria, gratia plena

Già l’uso della melodia gregoriana è, in quest’ambito, da leggersi come dettato dalla volontà di uniformarsi ai dettami della Controriforma.

Successivamente l’episodio sulle parole “gratia plena” viene svolto in contrappunto imitato e si chiude sulle parole “Dominus tecum”. Per risolvere il problema dell’intelligibilità del testo secondo le direttive conciliari, dopo la chiusa dell’episodio queste stesse parole vengono ripetute con tutto il coro che viene fatto procedere in contrappunto omoritmico.

Dominus tecum

L’episodio successivo – “Benedicta tu in mulieribus” – comincia con il coro che procede in maniera omoritmica e il contrappunto imitato (che di per sé crea problemi nella comprensione della parola) viene utilizzato, sempre sullo stesso testo, solo in un secondo momento, concludendosi sulle parole “Jesus Christus”.

Benedicta tu in mulieribus

Dopo la chiusa dell’episodio – anche qui come un po’ in tutto il brano è ben delineato il carattere di cesura fra un elemento formale e l’altro – sia arriva al punto fondamentale della preghiera: la Madonna è la madre di Dio e svolge una funzione essenziale nel disegno della salvezza. Così le parole “Sancta Maria Mater Dei” non solo sono musicate in contrappunto rigorosamente omoritmico e sono isolate dal contesto (dopo “Mater Dei” c’è una nuova cesura) ma sono anche ripetute su musica esattamente uguale. La ridizione dell’episodio rifinisce con effetto, si potrebbe dire, scultoreo un processo dettato dalla volontà di unire l’arte alla dottrina.

Sancta Maria, Mater Dei

Anche il successivo “Ora pro nobis peccatoribus” viene trattato omoritmicmente, per motivazioni analoghe a quelle sopra esposte.

ora pro nobis peccatoribus

Il brano si conclude – dopo un momento in contrappunto libero – con una cadenza plagale sulla parola “Amen”, un finale così spesso praticato dai compositori, tanto che la successione IV-I viene detta da alcuni cadenza dell’Amen.

amen

Questo Mottetto attesta della volontà di de Victoria di agire in perfetta ottemperanza ai dettami del Concilio dei Trento, sia per quanto riguarda il richiamo al repertorio del Canto gregoriano, che per il problema della comprensibilità del testo – segnatamente nei punti centrali della dottrina – pur non volendo perdere il fascino delle imitazioni polifoniche cui era giunta la tecnica del contrappunto vocale nella seconda metà del Cinquecento.

 

Tomás Luis de Victoria: Ave Maria, mottetto a 4 voci miste.

Tomas Luis de Victoria – Ave Maria

Carlo Deri, 2004

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La presente analisi – qui riportata con il gentile permesso dell’Editore – è stata pubblicata in
Renzo Cresti: Ipertesto di Storia della Musica, Edizioni Feeria, San Leolino, Panzano in Chianti, 2004 e in
Renzo Cresti: La Vita della Musica, Edizioni Feeria, San Leolino, Panzano in Chianti, 2008
 
http://www.renzocresti.com/dettagli.php?quale=9&quale_dettaglio=42